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Venegono Superiore (Italia), Santo Natale 1996
By admin | dicembre 25, 1996
S H A L O M … sulle tracce di chi costruisce LA PACE!
Venegono Superiore (Italia), Santo Natale 1996
Carissimi,
è stato un anno intensissimo, durante il quale il Signore mi ha fatto passare attraverso esperienze forti e dolorose, che hanno segnato importanti cambiamenti nella mia vita.
Riesco finalmente a raggiungervi con questa lettera Natalizia, e vi scrivo dalla mia nuova sede, Venegono, una cittadina non lontana da Varese.
Cronaca
L’anno scorso (settembre ’95 fino a luglio ’96), ho potuto passarlo a Korogocho, dando così l’occasione a P. Alex di venire in Italia per un periodo di riposo e di animazione nella realtà Italiana.
Alex ha scorrazzato su e giù per l’Italia come un tornado, scuotendo le coscienze di tantissima gente, e aprendo loro gli occhi sui meccanismi tremendi di oppressione di cui i Poveri sono vittime. Insieme con P. Antonio e Gino, il Volontario bresciano che vive con noi da tre anni, abbiamo resistito a portare il peso non indifferente di una Missione che brucia le forze del corpo e della mente.
E’ stato durante il mese di Maggio che insieme abbiamo vissuto il dramma della morte del nostro Parroco di Mossini-S.Anna, Don Giuseppe Acquistapace.
Penso che la sua partenza, tanto repentina, da non permettermi di raggiungerlo mentre era ancora in vita, segni una tappa fondamentale per la storia del nostro gruppo “Shalom”. Abbiamo perso un amico potente ed entusiasta; teniamolo vivo nel nostro ricordo e nella nostra preghiera.
Ricordate la splendida celebrazione per il mio trentesimo di Messa nel giugno del 1995? Ricordate la gioia travolgente del Don, che raccoglieva in quei giorni i frutti di un lunghissimo lavoro di semina nella sua Parrocchia?
Ebbene, vorrei che la sua gioia, la sua generosità che hanno accompagnato tutta la mia vita di missionario non ci vengano a mancare nell’impegno che insieme porteremo avanti in futuro. Si tratta di un servizio avviato di recente dai Comboniani: la preparazione dei Laici Missionari, che vogliono associarsi ai Sacerdoti e alle Suore nel loro progetto Missionario. A dire il vero, già vent’anni or sono avevo messo mano a tale progetto; ma i tempi non erano maturi e dovetti lasciar perdere.
Tuttavia, anche durante la lunga esperienza in Zaire, ho avuto il dono di collaborare sempre con dei Volontari davvero in gamba. I progetti realizzati ad Ango, dove anche papà Aldo ha passato un periodo di tre anni, testimoniano che la presenza dei Laici nella Missione, non solo è possibile e preziosa, ma fondamentale.
In questa fase iniziale sto raccogliendo una eredità un po’ difficile lasciata dal mio predecessore, e sto creando i contatti necessari per rafforzare il Programma elaborato dalla Congregazione a partire dal 1993.
Ho bisogno di voi. Della vostra amicizia e del vostro sostegno per realizzare cose belle e nuove; ma, al tempo stesso, non vorrei abbandonare gli amici di quelle Missioni dove ho lavorato in passato e che ora stanno passando momenti difficili.
Burundi.
Le notizie che ci arrivano continuamente in questi mesi vedono la nostra Missione coinvolta nel dramma più vasto del Rwanda e dello Zaire; anche Mabayi è nel pieno della tragedia. Avrei voluto visitare la gente durante il mese di maggio scorso, ma il Vescovo di Burbanza, Mons. Evaristo Nogoyagoye me lo proibì assolutamente, perché troppo pericoloso.
Tutta la zona Nord-Ovest del Burundi è ancora teatro di guerra tra i ribelli e le forze ufficiali del Governo. Intanto mandiamo subito un aiuto concreto. Poi, tramite la Caritas e i Padri Saveriani seguiremo l’evolversi della situazione.
Zaire
All’est del Paese, proprio al confine con il Burundi e il Rwanda, è successo il
dramma che conoscete: è ormai una guerra generalizzata. Ma se i ribelli Banyamulenge, che hanno scatenato la rivolta nel Kivu, dovessero raggiungere Kisangani e Isiro, anche le nostre Missioni del Nord potrebbero correre rischi gravi.
I messaggi che giungono da Kinshasa e dalle varie province sono preoccupanti. I militari Zairesi, sbandati e in fuga, si danno al saccheggio di tutto quello che trovano sulla loro strada. Il Paese intero è sull’orlo di un baratro nel quale potrebbe cadere da un momento all’altro. Mobutu, il Dittatore al potere da trent’anni, è malato di cancro e non controlla più la situazione. Potrebbe scappare all’estero da un momento all’altro.
Kenya
Anche da Korogocho le notizie non sono per nulla positive. Il lavoro di sensibilizzazione e di coscientizzazione della gente sui gravi problemi della baraccopoli, ( la terra, la violenza diffusa, le ingiustizie, il diritto alla sicurezza, etc), da fastidio alle autorità. II Capo è stato sostituito. Sono cominciate le persecuzioni e le pressioni nei confronti dei cristiani più impegnati; ci sono stati degli arresti.
L’attività dei Padri e dei Laici Volontari è sotto stretto controllo della Polizia.
Anche se non c’è motivo di temere per la loro sicurezza, dobbiamo aumentare la nostra preghiera e il nostro sostegno fraterno nei loro riguardi.
Come vedete il cammino verso Natale si svolge, per molta gente, in un’ atmosfera di sofferenza e di Croce. E qui appare ancora più evidente il legame profondo tra il Natale e la Pasqua, mistero grande e unico di lotta fra la Vita e la Morte, tra le potenze del Male e la Compassione di Dio manifestata in Gesù.
Il dramma che si svolge in Africa sotto gli occhi del Mondo, bloccato e incapace di decidersi a fare qualcosa per le centinaia di migliaia di disperati, è lo stesso dramma che si è consumato duemila anni or sono a Betlemme e più tardi a Gerusalemme: nessuno ha ascoltato quel Povero Cristo di Galilea.
Oggi, su scala mondiale avviene qualcosa di simile.
Non c’è tempo e non c’è posto per i poveri. Non ci sono soldi e mezzi per risolvere i loro problemi: “Che i Negri, se vogliono, si ammazzino pure tra loro. Che si arrangino!”.
Chiedono aiuto e protezione, cibo e medicine, ma ricevono armi.
Ecco il dramma di cui i poveri sono vittime inconsapevoli. Essi non contano nulla, non sono persone ma pura merce di scambio, pedine preziose di giochi di potere, di strategie assurde giocate sulla loro pelle. I Grandi discutono a Ginevra e i poveri muoiono.
Mentre i Politici non sanno offrire altro che promesse vuote, i mercanti di morte sono scatenati a caccia di affari e l’Africa sprofonda nella guerra civile.
Come è possibile celebrare il Natale e scambiarci i nostri Auguri senza lasciarci mettere in crisi da queste realtà di cui siamo testimoni impotenti o distratti.? La tentazione di lasciar perdere può essere forte, perché anche noi abbiamo i nostri problemi.
La tentazione di proteggere la nostra gioia sacrosanta di Natale, non ci deve impedire di avvicinarci al Presepe soltanto dopo aver compiuto un gesto serio, pensato con calma, che dimostri che noi non siamo d’accordo con tutto il male che si sta compiendo sulla pelle dei Poveri.
Vogliamo in qualche modo essere solidali con loro.
Quel Bambino che a Betlemme si immerge nella nostra Umanità, compie un gesto folle che allora nessuno capisce. Oggi la Storia si ripete implacabile. Milioni di bambini e di poveri di ogni genere subiscono lo stesso rifiuto.
Cerchiamo di non essere tra coloro che chiudono la porta in faccia al Signore che viene.
Andiamogli incontro. Buon Natale a tutti. S H A L O M !
P. Gianni
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