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Santa Pasqua 2007

By admin | aprile 8, 2007

S H A L O M s u i s e n t i e r i d i c h i c o s t r u i s c e l a P A C E

Pasqua 2007

Carissimi,

Termino questa lettera nel mattino del venerdì Santo…il “Good Friday” -dicono nel mondo inglese! Sulla collina del Golgota, anche oggi innalzeranno una Croce: “Quando sarò innalzato attirerò tutti a me”! Ecco il mistero di un amore che ci ha salvato tutti…discepoli o persecutori, attenti o indifferenti prima o poi dovremo alzare gli occhi e guardarlo bene in faccia questo povero Cristo morto per noi! E decidere se fermarci o meno sotto quella Croce.
Nella lettera di Natale vi avevo promesso un rapporto un po’ dettagliato sui progetti che abbiamo sostenuto in questi due anni. Eccolo.

Partiamo dal Natale 2005.
Kenya. A Korogocho Padre Alex è stato sostituito da Padre Daniele Moschetti. Tutte le numerose attività spirituali e sociali avviate nei primi anni da me e da Alex, hanno mantenuto il ritmo intenso e capillare tipico della presenza missionaria nella baraccopoli. Ma Daniele, più giovane di vent’anni, ne ha aggiunte altre, in particolare a favore dei giovani: teatro, cultura, sport. Oltre a potenziare la Biblioteca, ha creato il campo di calcio e di basket; sono nati i gruppi di danzatori e acrobati, di cultori della boxe, del sollevamento peso, del karate. Tutto per ridare ai giovani un forte senso di autostima e il gusto di vivere sereni anche in un ambiente duro e pesante.
Sono continuati gli impegni tradizionali: la Scuola Informale, l’Asilo, i Programmi per i ragazzi di strada, le Cooperative di Solidarietà e l’impegno delle Piccole Comunità cristiane; ma si è data anche una dimensione nuova, moderna e intelligente alla presenza Missionaria a Korogocho accettando alcune forme di progresso e di modernità. Daniele ha portato l’acqua, la luce e il telefono e perfino il collegamento Internet nella baracca dove io ed Alex per anni abbiamo vissuto con i bidoni di plastica e le lampade a petrolio. Ha mostrato alla gente che i mezzi moderni, se usati bene possono essere preziosi per rendere più efficace la lotta per i loro diritti fondamentali: la terra, la casa, la giustizia.
Ha fatto dipingere le pareti della Chiesa, le aule scolastiche e le strutture sportive con immagini, simboli e “slogans” positivi creati da artisti locali.
A livello politico è riuscito a dare una risonanza internazionale ad una Campagna per bloccare la demolizione delle baracche voluta dal Governo. Ha partecipato attivamente alla campagna per la remissione del Debito da parte del Governo italiano nei confronti del Kenya, e, recentemente, con migliaia di persone delle baraccopoli ha dato energia e vitalità ai dibattiti del Social Forum Mondiale che si è tenuto a Nairobi. Korogocho meritava davvero un sostegno speciale.
Congo. Due contributi preziosi. Il primo a Padre Luigi Moser, un geniale e intraprendente trentino che, oltre ad essere un fine studioso di musica africana, ha saputo mettere in piedi una Radio nella capitale Kinshasa. La chiamano radio “Speranza” (Elikya, in lingua lingala): milioni di persone che non possono comperarsi il giornale, hanno oggi una splendida sorgente di informazione libera e indipendente di taglio internazionale.
Il secondo contributo è andato Tony Piasini, un Fratello comboniano di Poggiridenti (Sondrio) che da anni sta facendo sognare la gente della Diocesi di Bondo nel Nord-Ovest del Paese.
Con una pazienza e una tenacia infinita è riuscito in questi anni a coinvolgere la popolazione per risolvere il problema enorme dei ponti sui tanti fiumi e torrenti che attraversano il territorio. La tecnica che usa è quella dei Romani: l’arco a tutto sesto! Il materiale: pietre, sabbia che si trovano sul posto. Lui ci mette il cemento. La mano d’opera: soprattutto la gente organizzata in gruppi di volontari. La direzione tecnica: sempre lui e alcuni muratori più collaudati. In tal modo la gente si sta liberando da una pesante tradizione di lavori forzati, imposta dai capi locali, per sostituire i grossi tronchi degli alberi sempre più rari e sempre più lontani dalle strade. Un vero salto nel futuro.

Mozambico.
Da tempo P. Ottorino Poletto, comboniano di Padova, sta cercando di rinnovare quattro grandi Missioni distrutte dalla guerra civile durata oltre vent’anni. Il suo obiettivo è quello di creare un sistema scolastico completo in ogni Missione: dalle elementari alla Maturità pre-universitaria.
Un sogno ambizioso che ricalca quello “profetico” elaborato oltre cento anni or sono dal nostro Fondatore S. Daniele Comboni: “Salvare l’Africa con l’Africa”!. Fare in modo che l’Africa abbia i suoi Medici, Ingegneri, Meccanici, Tecnici ed Educatori protagonisti del suo sviluppo.
Ho avuto la fortuna di visitare varie volte questo immenso Progetto che si chiama “Esmabama”, un acronimo che contiene i nomi delle Missioni coinvolte: Estakinya, Mangunde, Barada, Mashanga nella Provincia di Sofala.
P. Ottorino si è addossato una sfida enorme: ma lui non si scoraggia anche se ci vorranno molti anni per portare a termine un impegno del genere sostenibile con le forze locali. Ci vorrebbe un aiuto straordinario di mezzi e di persone. In attesa di qualche eredità straordinaria lui si accontenta delle briciole, come quelle che gli può offrire Shalom!

Brasile.
Mons. Franco Masserdotti era un vescovo davvero straordinario. Giovanile, dinamico e ottimista. Carico di saggezza e di energia profetica. Con lui avevo passato un anno di Noviziato, a Gozzano, nel lontano 1960. Quando era stato nominato Vescovo, era venuto a trovarci a Korogocho: voleva capire come stare vicino alla gente, in semplicità e povertà.
Inviato nella Diocesi di Balsas, Provincia del Maranhao, nel povero Nord-Est del Brasile, era stato incaricato anche dell’Ufficio per la difesa dei Popoli Indigeni in particolare dell’Amazzonia. Vivace e battagliero, era cresciuto alla famosa Scuola di Sociologia di Trento negli anni difficili della contestazione giovanile. Aveva scelto di vivere da fratello in mezzo ai poveri.
Era abituato a viaggiare in bicicletta, visitando i quartieri e le cappelle della sua cittadina di Balsas.
Proprio durante una di queste “uscite pastorali” in bicicletta è morto, travolto da un camion.
Erano i primi giorni di settembre dell’anno passato. Gli avevamo mandato un aiuto per la formazione dei Seminaristi, che lui seguiva personalmente cercando di allenarli al suo stesso spirito missionario. Adesso abbiamo un amico in più vicino al Signore.
Zambia.
Nel febbraio del 2003, durante un viaggio in Africa , a Lusaka, ho incontrato un rifugiato Rwandese, scampato ai famosi massacri del 1994.
Andrea Bandora, tecnico medicale ( un po’ come un nostro infermiere professionale) con la sua famiglia, moglie e quattro figli, era arrivato miracolosamente in Zambia e cercava di sopravvivere esercitando la sua professione nel dispensario della Parrocchia diretta dai Comboniani.
Il Parroco, Padre Dario, mi incoraggiò a sostenere negli studi di medicina questo giovane che mostrava una dedizione straordinaria, ma aveva bisogno di un nuovo diploma. Ricordo di aver calcolato, sulla base dei costi locali, di potergli offrire una Borsa di studio. Il progetto, avviato nel Natale del 2004, sembrava andare avanti molto bene. Sennonché, a causa di un successivo cambio di politica delle autorità zambiane, Andrea rischiava di essere rispedito in Rwanda con la sua famiglia.
Per evitare il peggio, Andrea ha ricominciato a “emigrare” cercando di non interrompere gli studi. Nel 2006 ha raggiunto il Kenya, e, con il nostro aiuto, si è iscritto all’Università di Nairobi. Naturalmente i costi degli studi e della vita si sono moltiplicati… Ma non potevo abbandonarlo. Il programma di Comboni “Salvare l’Africa con l’Africa” mi obbligava ad avere fiducia in lui e nei benefattori che si sarebbero fatti vivi. E così è stato.
Un’ Associazione di Solidarietà di Civate (Lecco) che si chiama Bondeko e da anni lavora per l’accoglienza degli immigrati dal Sud del Mondo, mi ha offerto una Borsa di Studio “per un giovane studente di Medicina deciso a rimanere in Africa”! Proprio quello che faceva al caso nostro.
E con questo caso, ci inseriamo nei Progetti del Natale 2006
Infatti l’impegno per Andrea Bandora si è rinnovato anche a Natale di quest’anno. Lui sta lavorando bene. Mi ha mandato i risultati, positivi, degli esami del primo semestre. Dovrebbe completare gli studi per il mese di giugno e ricevere il suo diploma, un Master in Medicina che gli permetterà di assicurare a se stesso, alla sua famiglia un futuro sereno. Così anche l’Africa farà un passo in avanti.

Burundi
Come vi ho accennato nella lettera di Natale, insieme a Fides Hatungimana, ben nota dottoressa in agraria, di origine burundese, che attualmente vive e lavora a Sondrio, abbiamo messo in piedi un’Associazione chiamata “Dukorere Hamwe”, che significa “Lavoriamo Insieme”!
L’obiettivo è quello di sostenere attraverso piccole Borse di studio dei giovani candidati a professioni “tecniche” (arti e mestieri) per la ricostruzione del Burundi devastato da oltre trent’anni di guerra!.
Si tratta di un Progetto ambizioso e delicato. Che richiederà grande pazienza, a motivo del criterio che abbiamo proposto agli amici burundesi: scegliere i candidati “studenti” coinvolgendo le loro Comunità di origine e in base alla loro disponibilità di tornare a lavorare tra la loro gente.

Sempre in Burundi vogliamo sostenere una Congregazione di Fratelli “Bene Yosefu” che si è posta come obiettivo quello di recuperare, attraverso la formazione “professionale” i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato come soldati alla lunga guerra che ha sconvolto il Paese.
Sono probabilmente migliaia i giovani sbandati che, cessato il conflitto, non sanno più reinserirsi nella società a causa dei traumi psicologici subiti per lunghi anni.
Questi religiosi, che dirigono un Centro di Formazione a Cibitoke, ( ho potuto visitarlo personalmente) vorrebbero offrire ai giovani che hanno terminato i Corsi di teoria, gli strumenti per praticare un “mestiere” che hanno studiato che permetta loro di rientrare più facilmente nell’ambito delle loro famiglie. Oltre alla professione di falegname, di lattoniere e di sarto, sta acquistando molto prestigio l’attività di apicoltore. I fratelli BeneYosefu hanno sviluppato una interessante tecnologia semplice per sostenere questa industria che sta crescendo sia in Burundi sia nel vicino Congo.

Sud Sudan
Da un paio d’anni la Pace è stata firmata in Sudan dopo una guerra che, in due fasi storiche distinte, ha insanguinato il Paese fin dai primi anni dell’indipendenza (1956). Il predominio militare e culturale del Nord, arabo e musulmano, per decenni si è imposto con violenza sulle tribù nere e in gran parte cristiane del Sud. I vari tentativi di pacificazione organizzati dalla Comunità internazionale andavano regolarmente in fumo, perché alla radice della lotta mancava la volontà di riconoscere e rispettare la profonda diversità culturale e religiosa delle due Regioni del Paese.
Il Nord voleva imporre la legge islamica, la “sharia” anche al Sud.
Il Sud ha sempre resistito con fermezza, chiedendo libertà e pari dignità.
Recentemente la scoperta di grandi giacimenti di petrolio al Sud, ha reso ancora più sanguinoso lo scontro tra l’esercito del Nord e i movimenti di liberazione del Sud.
Per oltre trent’anni il Paese è stato in balia della guerra. Tutti i Missionari , fra i quali oltre trecento Suore e Padri Comboniani, erano stati cacciati dal Sudan fin dal 1964.
La Chiesa cattolica, nonostante enormi sofferenze e privazioni di personale, si è lentamente rafforzata creando una gerarchia locale di Vescovi e Sacerdoti che hanno sostenuto la vita cristiana delle popolazioni del Sud con grande coraggio.
Due anni or sono a Naivasha (in Kenya) è stata firmata la Pace. Per ora il miracolo resiste.
Anche se il processo si costruzione del Paese è ancora lento e complesso, la Chiesa cattolica vuole rafforzare le sue basi dedicando energie e mezzi alla formazione dei Catechisti e degli agenti pastorali. Le piccole comunità cristiane hanno fame della Parola di Dio. I Sacerdoti sono troppo pochi; le distanze fra le varie Comunità sono immense.
Padre Fernando Colombo, mio carissimo amico e compagno di Missione in Burundi nel lontano 1970, si è fatto vivo e ha chiesto un aiuto straordinario per questo scopo.
E’ stato scelto come responsabile e coordinatore del “Progetto Pastorale” : secondo lui i Catechisti sono la vera forza della Chiesa Africana. In Sudan, ancora di più che altrove, possono essere i protagonisti della rinascita della Chiesa e della società civile.

Congo
Un’altra sfida per la Missione. Un altro Paese “gigante” per la dimensione geografica (è esteso come sette volte l’Italia) e per le sue immense ricchezze (dalle foreste , alle miniere di metalli preziosi e diamanti) da pochi mesi è uscito da un lungo periodo di guerra civile.
Io ho lavorato in Congo, (quando si chiamava Zaire sotto la dittatura di Mobutu) per otto anni nella Missione di Ango. Abbiamo cercato di promuovere contemporaneamente sia la crescita delle Comunità cristiane, sia lo sviluppo umano, sociale ed economico della popolazione. La presenza di splendidi Volontari Laici ( fra i quali anche mio padre Aldo per tre anni complessivi) ha reso possibile l’avvio di programmi e di modelli concreti di sviluppo molto efficaci: Strade, Ospedali, Scuole, Cooperative agricole.
La recente guerra scoppiata nel 1998 ha rischiato di frantumare il Congo, diventato improvvisamente la preda di grandi interessi economici internazionali.
Ma grazie a Dio, dopo quarant’anni di enorme sofferenza, si sono svolte le prime elezioni democratiche, e tutti hanno voglia di costruire un futuro di Pace.
I Sacerdoti con i loro programmi pastorali; gli studenti con i loro sogni di educazione, gli Istituti Religiosi Africani (ci sono delle splendide Suore e fratelli) con le loro attività sociali e culturali.
La Chiesa si sta riprendendo lentamente e ci chiede amicizia e sostegno.

Per concludere
Ci sono tanti altri interventi che abbiamo fatto attraverso Shalom: le emergenze per i casi disperati di Kariobangi (con Padre Porto); l’aiuto ai Bambini di Don Gianni in Paraguay; il sostegno alle Suore studenti Congolesi. Spero che siate contenti di quello che si è realizzato.
In sintesi finale, sui nostri conti, che vedete indicati nella nota tecnica, sono arrivati e partiti:
Euro 20.000 per Natale 2005. Euro 16.500 per Natale 2006.
Come potete notare da questo sintetico rapporto, lo stile della nostra Associazione Shalom è molto semplice, diretto e limitato. Non siamo in grado di finanziare grossi progetti. Preferiamo sostenere richieste che arrivano dalle Missioni dove io stesso ho lavorato. Anche altri Missionari Comboniani che operano in prima linea e spesso hanno fra le mani impegni delicati mi chiedono un sostegno straordinario. Come potrei rifiutare?
Lo faccio “con gioia e con amore” sapendo di contare su di voi che da anni condividete il mio servizio missionario di solidarietà.
Buona Pasqua
Riceverete questa lettera nel pieno delle Feste Pasquali
Spero che il dono prezioso della PACE del Signore Risorto abbia riempito il vostro cuore e le vostre case. Quando “spezzate il Pane” ricordatevi quello che ha fatto Lui, che ha “spezzato la sua vita” per noi. Per Amore. Solo per Amore!
Questo è il cuore della Missione che insieme stiamo facendo insieme.
Un grazie potente a tutti! Buona Pasqua. P. Gianni

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