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Santo Natale 2002

By admin | dicembre 25, 2002

S H A L O M: sui sentieri di chi costruisce la P A C E Natale 2002

Carissimi,

anche quest’anno la lettera di Shalom vi arriva in un momento in cui il Progetto di Pace, che il Signore sta tessendo nel cuore dell’Umanità, è a rischio grave.
Il Sogno di Dio, il sogno di un Mondo capace di accogliere suo Figlio come portatore di pace per tutti i Popoli, è oscurato dal quotidiano bollettino di una guerra voluta ad ogni costo.
A nulla sembrano servire gli sforzi delle massime Istituzioni Internazionali per far prevalere il dialogo nei confronti di un “pericoloso nemico” che mette a rischio il futuro dell’Umanità. Sembra che Saddam, il dittatore che da tanti anni comanda in Iraq, stia tramando paurosi attentati; sembra che tutta la malizia diabolica sia concentrata negli arsenali segreti di questo signore che sfida l’America e il Mondo con i suoi disegni violenti.
Siamo tutti con il fiato sospeso! Ma un giorno, a sorpresa, potrebbero essere pubblicati dei documenti che rivelano le origini e le responsabilità del male che oggi incombe sull’Umanità; documenti che porterebbero sul banco degli imputati, proprio accanto a Saddam, molti altri paesi e personaggi che oggi puntano il dito contro di lui.
Ma sapremo mai la verità che si nasconde dietro le battaglie verbali dei politici e gli accordi dei potenti?
Purtroppo, questo spettacolare scontro tra Bush e Saddam, oscura la tragica realtà di numerose altre guerre che divorano ogni giorno migliaia di vittime innocenti, soprattutto nell’Africa che seguiamo da tanti anni.
Come è difficile il cammino della Pace!.
Come potrà la voce dell’Angelo che annuncia la Pace, raggiungere il cuore degli uomini in questo
secondo Natale del nuovo millennio?

Uno stop a Fatima.
Alla fine di Novembre ero in Portogallo per il mio servizio missionario. Ho voluto fare una deviazione veloce a Fatima. Per me era la prima volta.
Un tramonto piovoso, un incontro veloce per portare alla Madonna il lavoro, le preghiere e le aspirazioni della nostra grande famiglia SHALOM! Nomi, volti e storie che ho deposto ai piedi di quella piccola grande donna tanto preoccupata per la sopravvivenza dell’Umanità. Ho riascoltato il suo messaggio e ve lo riporto come dono e impegno per questo Natale:
“Pregate e cambiate vita, se volete sopravvivere”!.
Sono le stesse parole che Lei continua a ripetere a milioni di pellegrini a Fatima, a Lourdes, a Medjugorie e ovunque appare alla gente.
La mia preghiera è stata di poche parole; più che altro uno sguardo lungo e intenso.
Le ho portato innanzitutto un grazie enorme per tutto quello che, insieme, come famiglia Shalom, abbiamo fatto in questi anni di impegno missionario: dal Burundi alla Congo, dal Kenya all’Etiopia e al Mozambico. Lei sa bene quante vite sono state salvate, quante persone si sono sentite amate e sostenute in momenti difficili attraverso il nostro aiuto.
Ma poi ho dovuto ricordarle i drammi che stanno divorando i paesi che seguiamo con amore da tanto tempo: le guerre assurde e infinite che coinvolgono migliaia di ragazzi, gli scontri etnici, i massacri di gruppi indifesi, i milioni di profughi….povera Africa!
Comboni la sognava come una “perla nera” nel diadema della Chiesa… invece le sue ricchezze sono ancora preda ambita di mercenari senza scrupoli.
Nel Congo (ex Zaire) anche la speranza della riconciliazione fatica a sopravvivere. Dal Paese dilaniato da decenni di dittatura e successivamente da una guerra fratricida, arriva la notizia che, dopo gli accordi di Pace e il ritiro di molte truppe straniere dai territori occupati,
la popolazione è vittima di scontri militari fra opposte fazioni: massacri, saccheggi e rappresaglie seminano morte e panico fra la gente innocente.
Troppo odio è stato seminato in questi anni, troppi interessi sono in gioco, troppe armi sono in circolazione, troppe figure losche tirano le fila dei giochi segreti.
Lo stesso avviene in Burundi, fra tentativi disperati di dialogo; mentre i poveri pagano con il sangue il prezzo di questa assurda violenza.
Il Kenya sta vivendo un momento storico importante. Con le prossime elezioni presidenziali (questo dicembre 2002), potrebbe lasciarsi alle spalle una dittatura che resiste da 24 anni. Ma questo passaggio delicato si sta trasformando in una battaglia durissima tra i vecchi politici arroganti e una opposizione che finalmente si presenta alle elezioni con un unico candidato. Il Kenya sopravvive a fatica, con una economia controllata dalle multinazionali straniere e una corruzione amministrativa e poliziesca esasperante. A ciò si aggiunge ora l’esplosione dell’AIDS e i costi inaccessibili dell’educazione e della sanità di base. In Kenya, come in tante altre parti dell’Africa, fare Missione e proclamare il vangelo della pace, oggi è impresa durissima. “Aiutateci a resistere”- mi scrivono gli amici di Korogocho, Padre Daniele e il volontario Gino Filippini.

Solidarietà: qualcosa di bello e di nuovo.

Di fronte a un’Africa ferita e sanguinante, c’è il rischio di farsi prendere dall’angoscia o dalla rassegnazione. Sarà mai possibile un futuro di Pace e di Speranza per questo continente crocifisso? Come Daniele Comboni, che oltre cento anni or sono affermava profeticamente che “l’Africa salverà l’Africa”, anche noi crediamo che gli Africani possono costruirsi un futuro in piena libertà e dignità. E con noi c’è gente disposta a collaborare con gli Africani in modo nuovo, coinvolgendoli come “partners intelligenti e responsabili” in progetti di autentico sviluppo.
Ecco una bella notizia: il 15 novembre, a Milano, una trentina di persone, tutti ingegneri o imprenditori, hanno fondato l’Associazione INGEGNERI OLTRE, che vorrebbe rompere il cerchio di pessimismo nei confronti del Sud del Mondo e avviare con esso rapporti nuovi e positivi. Nei nostri Paesi ricchi del Nord si è accumulata non solo una enorme ricchezza materiale, ma anche uno sterminato patrimonio di esperienza e di conoscenza tecnica e scientifica spesso inutilizzata. La nuova Associazione vorrebbe mettere in moto queste energie preziose, e facilitare l’incontro tra i
bisogni di chi soffre e le capacità di offrire risposte efficaci a livello professionale. Una sfida da capogiro: in un mondo orientato al massimo profitto e al successo personale, è possibile operare da “professionisti solidali”? Sembra proprio di sì, se guardiamo il numero di persone impegnate in tante Associazioni “senza frontiere”! Noi stiamo già organizzando il primo viaggio in Africa nel febbraio 2003!
Intanto vi comunico un’altra notizia importante. Dopo 5 anni nel servizio di accompagnamento dei Laici Missionari Comboniani, mi è stato chiesto di passare la mano ad un mio confratello e di trasferirmi a Limone sul Garda, nella casa natale di Mons. Daniele Comboni.
Ringrazio il Signore che ha benedetto il mio lavoro di questi anni. Infatti tre giovani coppie di sposi hanno accettato di impegnarsi ne! Programma di impegno a lungo termine: Daniele e Silvia sono già partiti per il Mozambico; Mario e Alessia, con la piccola Nuru di 6 mesi partiranno in febbraio per l’Uganda. Mentre Gaetano e Simona, prima di andare in Missione, aspetteranno la nascita del loro primo figlio.

I nostri impegni: rapporto sui progetti realizzati nel 2001.

La cassa “Shalom” aperta come tradizione il giorno dell’Epifania, ci aveva messo sul tavolo 32 milioni di vecchie lire. Trasformandole in Euro i numeri sono diventati più piccoli; ma la realtà è stata altrettanto bella. Ecco le richieste più urgenti che abbiamo privilegiato.
Innanzitutto le Comunità solidali che accolgono i nostri candidati Laici Missionari Comboniani, una a Ballabio (Lecco) e un’altra a Bruzzano, alla periferia di Milano. A ciascuna abbiamo dato Euro 2.500.
A Nacaroa (Mozambico) un Convitto per le ragazze che vengono a Scuola da distanze enormi, anche 40 o 50 chilometri. Le ragazze sono seguite da alcune Suore Spagnole molto decise e severe: la disciplina e il profitto sono assicurati. Dopo le belle stanze costruite l’anno scorso, si trattava di completare un salone per lo studio e la cucina comunitaria. I genitori hanno fornito un grosso impegno (materiale e mano d’opera volontaria); noi abbiamo inviato Euro 2.500 per il
cemento e il salario degli operai specializzati.
Al missionario Valtellinese P. Piero Ciaponi, che lavora coraggiosamente per la Pace in Uganda, nella difficilissima regione del Karamoja, abbiamo dato Euro 2.500. Così pure a P. Filomeno, giovane messicano che lavora a Beira (Mozambico): un contributo di Euro 2.500 per l’acquisto di un’automobile necessaria per l’animazione dei gruppi di giovani dispersi su un vasto territorio.
In Guatemala, per sostenere una grossa Comunità di ragazzi di strada, abbiamo inviato Euro 2.500!
Infine, con mille Euro, abbiamo integrato una borsa di studio per un giovane di Korogocho che per il suo coraggio e la sua lotta in difesa dei diritti umani dei baraccati era stato espulso dall’Università di Nairobi e costretto a lasciare la Facoltà di Medicina. Adesso studia legge in una Università privata. E’ intelligente ed attivo. Un domani potrebbe continuare ancora meglio nella lotta per i diritti dei più poveri.
I nostri doni sono relativamente piccoli. Ma cambiano la vita di tante persone. E poi hanno una qualità preziosa per i tempi che corrono: li ho portati io stesso nelle mani dei destinatari.
Le richieste più urgenti.
Questo Natale si tratta di sostenere alcuni progetti nelle missioni dove già stiamo operando: un Centro Pastorale Polivalente a Carapira (Mozambico); l’acquisto di un’automobile per i sacerdoti africani di Nacaroa (Mozambico) e alcune borse di studio in Kenya.
A guardare le richieste che arrivano dalle Missioni, la lista si allungherebbe in modo preoccupante. Ma per rispondere bene dovremmo allargare la rete di SHALOM…e, soprattutto, riqualificare il nostro impegno personale. Qualcuno si è perso per strada…l’invito è di recuperare la scelta del gruppo; per i più coraggiosi c’è la proposta semplice e forte del vangelo: Preghiera e digiuno!
A prima vista sembra una scelta difficile: ma dà un sapore nuovo alla nostra solidarietà, e la rende
più credibile se ci aiuta a rinnovare il nostro stile di vita.
Provate e fatemi sapere.
Il mio augurio e il mio dono di Natale.
Lo troverete allegato alla lettera. Si tratta di una “maternità indiana” che ho ricevuto io stesso in dono durante il mio soggiorno negli Stati Uniti tanti anni or sono. Ha la carica di amore e di tenerezza di tutte le donne-madri: è una splendida “Madonna” che ci accompagnerà durante tutto il prossimo Anno, e davanti alla quale sarà facile ricordarci ogni giorno.

Un grazie potente a tutti. – Buon Natale. – Buon Anno. – Shalom!
P. Gianni Nobili

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