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Santo Natale 2001
By admin | dicembre 25, 2001
S H A L O M: sui sentieri di chi costruisce la P A C E
Natale 2001
Carissimi,
sono tempi duri per i discorsi di Pace, quando la guerra sembra essere l’unica strada per risolvere i conflitti del Mondo.
Mentre scrivo questa lettera, la Palestina è in fiamme, sull’orlo del baratro.
Ebrei e Palestinesi, invece del dialogo hanno scelto missili e cannoni.
A Bonn si è tentato di pianificare il futuro dell’Afghanistan; ma nessuno ha avuto il coraggio di far conoscere il prezzo terribile di questa Pace imperiale imposta con le armi.
Usare una Parola così sacra, come la Pace, per descrivere quella che è in realtà un’ambigua alleanza e una spartizione del controllo di enormi ricchezze … sembra davvero una bestemmia.
Eppure la Pace, sempre a rischio e sempre da costruire, rimane l’unica alternativa per la sopravvivenza dell’Umanità.
Anche il Natale, come la Pace, è ormai una realtà a rischio!
Il suo Messaggio così carico di speranza per uomini di ogni razza, colore e religione, “tutti Uomini che il Signore ama”, fatica a trovare ascolto nei vari strati della nostra Società.
Miliardi di persone fanno festa, viaggiano, si scambiano regali; e nell’euforia generale non ricordano più il vero motivo di questa celebrazione.
Che duemila anni or sono sia nato un Bambino, la cui esistenza è stata una splendida operazione di Pace e di riconciliazione tra l’Umanità e il suo Signore, non fa più notizia.
Come già allora a Gerusalemme, anche oggi i potenti e i sapienti, i maghi della finanza e dell’informazione che risiedono nelle Capitali del Mondo, hanno ben altro cui pensare.
E così pure la gente, presa da mille cose… arriva al massimo a spruzzare la Festa con qualche gesto di solidarietà; ma guai a porle domande troppo serie, guai a turbarla con immagini troppo dure dal fronte della guerra e della miseria.
Così il Natale scivola via senza svegliarci dal “torpore e dal sonno” – come dice Paolo ai cristiani di Roma – senza mettere in crisi il nostro stile di vita che, ormai lo sappiamo tutti, è la vera causa di tanto dolore nel mondo.
Eppure il Natale va annunciato con chiarezza. E’ per tutti memoria di una nascita che ha già cambiato la Storia del Mondo e può ancora ripetere il prodigio. E’ per tutti un invito ad accogliere il Salvatore capace di guidare l’Umanità sulla strada della Pace.
Il suo nome è Emanuele, il Dio Fratello e Compagno dell’Uomo!
12 settembre: The Day after!
I grandi giornali lo hanno chiamato così: il giorno dopo!
Il giorno dopo il terribile massacro di New York: giorno di smarrimento e di angoscia.
Il giorno in cui il Mondo ha aperto gli occhi inorriditi e si è accorto che insieme alle due famose Twin Towers del World Trade Center, insieme ai suoi cristalli, insieme alle migliaia di vite innocenti era andata in fumo anche l’illusione di una sicurezza fondata sulla potenza militare e
sulla supremazia politica, culturale ed economica dell’occidente.
Improvvisamente non solo l’America, ma il Mondo intero non si è sentito più sicuro di nulla. Anche gli uomini più potenti della politica, della cultura e delle Istituzioni Religiose stentavano a trovare le parole per descrivere una “Apocalisse” di quelle dimensioni; un orrore che mai.
nessuno avrebbe osato immaginare.
Anch’io quel martedì dodici settembre ho fatto fatica a capire.
Ho fatto fatica anche a pregare.
Ho cercato di leggere, attraverso i drammatici rapporti dei giornali il senso di quella tragedia. Ma neppure gli editoriali dei maggiori quotidiani sono bastati a illuminare il dramma che stavamo vivendo…
Poi la vita e gli impegni hanno ripreso il sopravvento; per tutti!
Quel “giorno dopo” mi aspettava una decisione importante: a Ballabio, in Valsassina, andavo ad aprire la nuova Base per la preparazione dei Laici Missionari Comboniani.
In una data così tragica per l’Umanità, mi era dato il dono dì porre un segno di speranza e di vita.
Con stupore ed emozione ho ricordato che, esattamente 25 anni prima, il 13 settembre del 1976, ai Gaggioli di Castello Cabiaglio (Va), avevamo iniziato la prima Comunità di Laici Missionari disposti a partire per la Missione!
Dopo 25 anni il sogno ripartiva con nuova energia.
Laici Missionari Comboniani
Da quando sono ritornato da Korogocho (Nairobi) nel luglio del 1996 mi è stato affidato questo servizio a livello della Provincia Italiana.
I primi anni sono stati difficili e sofferti: adesso le cose si stanno un po’ chiarendo, anche perché dalla Missione (Mozambico, Congo, Zambia, Brasile…) cominciano ad arrivare interessanti richieste di Laici seri e competenti.
L’annuncio del Vangelo in una società globalizzata e laicizzata si fa sempre più difficile. Non bastano le Parole e i Riti e le Liturgie, ci vogliono testimoni credibili e vicini alla gente.
Laici, appunto, che, insieme con i Religiosi, sappiano vivere alle frontiere della sofferenza umana e immergersi nella dura lotta per la sopravvivenza insieme con i poveri.
Questo, sia sul fronte della Missione, nei Paesi del Sud del Mondo, sia qui da noi in Europa: la.
Missione non ha più limiti geografici. Non ha più limiti, di nessun genere. E’ totale e globale.
A me è stato chiesto di rispondere al desiderio di molti Laici che vorrebbero partecipare al lavoro missionario non solo con brevi spedizioni stile “Campi di Lavoro”; ma con un servizio serio e prolungato. Possibilmente anche un impegno “a vita”.
Tuttavia non è semplice, soprattutto per gente sposata, conciliare l’ideale di una partenza in Missione con le esigenze della famiglia, della professione, con la responsabilità dell’educazione dei figli.
Come realizzare una vera solidarietà con i poveri e mantenere quella minima sicurezza sociale che è una conquista preziosa e necessaria per tutte le famiglie? E’ una sfida seria.
Alleanza con il “Condominio Solidale”.
Per affrontarla in modo adeguato, ho scelto di collaborare con l’Associazione “Comunità e Famiglia”, creata inizialmente da Volontari rientrati dalla Missione. Oggi ha avuto uno sviluppo formidabile.
L’Associazione cerca di realizzare il “desiderio di felicità” che c’è nel cuore di tutti, con una forma di vita serena, centrata sulla Famiglia, il lavoro, la solidarietà, e l’accoglienza dei deboli.
Pur mantenendo la propria autonomia, che essi chiamano “sovranità”, le famiglie condividono un
progetto di vita “alternativo” rispetto al modello tradizionale. Esso è basato su alcune scelte semplici e coraggiose: non hanno l’assillo della proprietà, vivono in una casa che non gli appartiene, ma è data loro in uso dall’Associazione; mettono in una “cassa comune” i loro salari come segno di totale reciproca fiducia; si sforzano di vivere sobriamente. Quello che molti di noi scartano come rifiuti (cibo, vestiti usati, mobili) diventa la base della loro sussistenza quotidiana.
Le loro case sono chiamate “condomini solidali”; si tratta di una vera “Alternativa” al moderno sistema di vita basato sull’affermazione esasperata della individualità, della proprietà privata, della voglia di fare carriera; una critica di quelle forme di lusso, egoismo o consumo esagerato, di cui spesso tutti siamo vittime e complici!
Una vera “Scuola di Vita” per i nostri Laici candidati alla Missione.
A Ballabio, in Valsassina, a pochi chilometri da Lecco, abbiamo la prima base, dove si è già inserita una giovane coppia disposta a partire. La Comunità si chiama “Il Villaggio”!
Anch’io ho a disposizione un “mio” appartamento, ristrutturato con grinta e fantasia da una bella.
banda di volontari: i Novizi Comboniani di Venegono (esperti demolitori insieme al Padre Maestro), Cesare e Dionigi (muratori), Francesco e Andrea (idraulici), Cristiano (elettricista), un altro Francesco (pittore), Osvaldo e Ambrogio (assistenti capaci di tutto).
A Bruzzano, in periferia di Milano, stiamo sistemando una seconda Comunità, molto grande.
I lavori sono appena iniziati e andranno avanti almeno per un paio d’anni; due famiglie, a fine dicembre, cominceranno a installarsi.
Ci sono sei appartamenti da sistemare… man mano che riusciremo a trovare le energie e i fondi, altre famiglie entreranno e si formerà la Comunità completa. Anche lì avrò una mia base di azione.
Come vedete il lavoro sta aumentando e c’è bisogno di un grosso sostegno sia finanziario sia di mano d’opera. Coloro che, avendo tempo ed energia sono disposti a mettere a disposizione la loro competenza e la loro esperienza si facciano avanti. Faremo cose belle!
Obiettivi realizzati nel 2000!
All’Epifania del 2001, nella cassa di Shalom abbiamo trovato 35.000.000!
Con questa somma, relativamente modesta rispetto alle tante richieste che ci arrivano dalle Missioni, abbiamo contribuito ai seguenti progetti:
Korogocho (Kenya) con 5 milioni. Costruzione di un ponte in cemento e ferro che permette a migliaia di persone di attraversare ogni giorno il fiume Nairobi in piena sicurezza. Il bello dell’operazione è stato il coinvolgimento degli artigiani locali da parte di Gino Filippini, il volontario compagno di missione di Padre Alex.
R.D.Congo (ex Zaire) con 10 milioni. Programma di Alfabetizzazione in uno Stato immenso ancora in balia della guerra. I genitori devono pagare i maestri con i prodotti dei campi. Lo Stato li ha abbandonati a se stessi.
Mozambico con 10 milioni. Abbiamo sostenuto i lavori per la Base dei Laici a Nacaroa (durante il campo estivo) le Scuole (Carapira).
Brasile (Goias) con 5 milioni. Per il Quilombo (piccola Comunità educatrice) di Antonella Barreto e i suoi ragazzi di strada.
Ballabio: Comunità LMC! con 5 milioni. Un piccolo con-
tributo ai lavori di ristrutturazione.
Richieste in attesa
Ne scelgo alcune fra quelle che si stanno accumulando sulla mia scrivania…
Nel cuore dell’Uganda P. Pietro sta “costruendo la Pace” fra le popolazioni guerriere dei Karamoja in perenne lotta con i loro vicini del Kenya: Turkana e Pokot. Ha chiesto un sostegno nel suo delicato lavoro di dialogo e di incontri con i Capi e i giovani guerrieri.
Dal Mozambico, dove ormai siamo di casa, due richieste ci sono pervenute: dal centro di Animazione di Beira (per un mezzo di trasporto) e dall’Internato delle Ragazze di Nacaroa (per completare e attrezzare i saloni di studio e refettorio).
Anche alle Comunità Solidali di Ballabio e di Bruzzano, in piena ristrutturazione, insieme alle energie dei Volontari, daremo un sostegno concreto.
Come il solito dopo l’Epifania apriremo la cassa e…speriamo che il cambio dalla Lira all’Euro scateni una generosità straordinaria.
L’Augurio!
Mai come quest’anno la parola SHALOM che ci accompagna da tanti anni, esprime la ricchezza del messaggio di Natale, che vi invio con affetto e riconoscenza.
SHALOM vuol dire PACE, VITA e SALVEZZA, offerta a tutti gli Uomini!
SHALOM è grazia e misericordia, di cui il cuore di Dio è sorgente senza limiti, accessibile a tutti. E’ PACE che riempie il cuore dell’Uomo che ha il coraggio di mettersi in cammino e andare alla ricerca di quel Bambino nato per riconciliarci tra noi e con Lui.
Buon Cammino e Buon Natale a tutti! Buon Anno… e SHALOM!
Vostro p. Gianni
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