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SANTO NATALE 2011
By admin | dicembre 21, 2011
PANE SPEZZATO….CONDIVISIONE e RICERCA sulle strade della MISSIONE
Bondo, Santo Natale 2011
Carissimi,
su molti organi di informazione, anche i più affidabili, sta girando una notizia strana.
Non si sa bene quale Agenzia che l’abbia messa in rete, e i giornalisti più prudenti si guardano bene, per ora, di sbatterla in prima pagina.
Si tratta di una ragazza quindicenne, incinta. Insieme al suo compagno da giorni sono in marcia verso il loro villaggio di origine. La legge di una potenza straniera che da tempo occupa il loro Paese li obbliga a iscriversi nei registri dello stato civile del luogo dove sono nati, pena gravissime sanzioni.
La giovane coppia fatica a raggiungere il loro villaggio. Vanno a piedi. Sono poveri. Non hanno parenti lungo il cammino. La ragazza potrebbe non farcela a raggiungere la meta, perché i giorni del parto sono vicini … Qualche indiscrezione conferma che mancano pochissimi giorni; il Bambino potrebbe nascere fra poco più di una settimana …Chissà se lungo la strada qualcuno avrà la gentilezza di accoglierli, di offrire loro un piccolo ristoro, un po’ di cibo, un letto per riposare.
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Mi piacerebbe sapere come questa storia andrà a finire.
E soprattutto se alla nascita di questo misterioso bambino non si ripeterà quanto è già avvenuto duemila anni or sono, in un piccolo Paese dell’Oriente, dove i nostri antenati, i Romani, avevano ordinato un Censimento per controllare una popolazione vivace e ribelle. Da decenni l’Imperatore di Roma si sentiva il padrone del mondo; ma voleva essere sicuro che anche le Provincie più lontane pagassero le tasse e fornissero soldati e schiavi per le sue legioni. Così è successo in Palestina.
Ai tempi dell’Imperatore Augusto e del suo delegato Quirino.
Proprio durante quel censimento che aveva movimentato tutto il Paese, a Betlemme di Giudea, non distante da Gerusalemme, una ragazza di nome Maria ha dato alla luce un Bambino. La notizia della nascita, diffusasi in modo inspiegabile, arricchita da misteriosi riferimenti alle Profezie di Israele, aveva attirato molti visitatori stranieri e turbato il Re Erode, aggrappato disperatamente suo trono.
Il Bambino, ricercato come un pericoloso concorrente al potere, è dovuto scappare subito all’estero, in Egitto, proprio nel paese dove i suoi antenati erano stati schiavi per quattrocento anni.
Primo “rifugiato emigrante”, senza documenti, della Storia moderna.
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Pace in Congo? una speranza ancora fragile.
L’Alta Corte di Giustizia ha confermato i risultati delle elezioni Presidenziali che si sono tenute il 28 novembre scorso.
Joseph Kabila Kabange, già al potere da oltre 10 anni, è stato riconfermato Presidente con il 48% dei voti. Anche se ci sono stati momenti di tensione, soprattutto a Kinshasa, e, purtroppo alcuni morti, la violenza tanto temuta prima delle elezioni è rimasta circoscritta e controllata dalle forze di sicurezza.
In Congo, o più esattamente, nella Repubblica Democratica del Congo, il consolidamento della Democrazia e della Pace è ancora un delicato processo che richiederà tempi lunghi. Il tormentato periodo di transizione dalla dittatura di Mobutu, (1990) fino alle prime elezioni democratiche del 2006 non ha ancora prodotto una Pace solida e non ha restaurato l’autorità dello Stato su tutto il territorio nazionale.
Nel momento più critico si è addirittura fatto ricorso alla democrazia per risolvere grossi conflitti interni. Pensate che per concludere un delicatissimo processo di riconciliazione e per convincerli a partecipare alle elezioni generali, (realizzate poi nel 2006), si sono trasformati dei pericolosi movimenti ribelli in partiti politici e, proposti i loro 4 Capi carismatici come Vice- Presidenti a fianco di Kabila Presidente principale.
Le forze internazionali dell’ONU hanno facilitato questo processo, ma solo in parte hanno aiutato a garantire l’integrità del Paese durante i conflitti scoppiati con gli Stati confinanti: Uganda, Rwanda, Burundi. Spesso sono fuggite di fronte al pericolo e perfino hanno sostenuto le forze straniere (Rwandesi) nel saccheggio delle risorse del Congo. Oggi si chiamano MONUSCO, e il loro compito sarebbe quello di garantire la Pace ed aiutare a risolvere i conflitti nelle zone più calde del paese. Purtroppo la loro presenza genera un giro enorme di interessi finanziari per tanti funzionari e i militari corrotti; nessuno si azzarda a ipotizzare una riduzione o addirittura una chiusura dell’operazione ONU in Congo.
Intanto i banditi del movimento LRA e varie formazioni ribelli continuano le loro imprese criminali.
Un giudizio altrettanto severo vale nei confronti dei soldati congolesi, visti più al servizio dei governanti di turno che non preoccupati del bene della popolazione. Non essendo formati né inquadrati in modo conveniente, non essendo pagati regolarmente, invece di creare sicurezza sociale sono elemento di disagio e di sofferenza. I soldati fanno paura. La loro presenza sul territorio è vista dalla gente come un incubo.
La Pace e la sicurezza in Congo, almeno per ora, sono più l’oggetto di un’aspirazione che quella di un’ esperienza quotidiana, come appare da una recente inchiesta effettuata a Kinshasa dalla facoltà di sociologia di Kimwenza (marzo-aprile 2011).
Emergono innanzitutto alcune pesanti debolezze della società in generale: una percentuale altissima di disoccupazione, corruzione e inefficienza amministrativa a livelli osceni, educazione scolastica degradata, violenza giovanile in aumento soprattutto nelle periferie delle città. Si tratta di fenomeni presenti in tanti altri paesi, non solo africani; ma qui in Congo la misura sembra aver oltrepassato ogni limite.
Nei riguardi della classe politica circolano giudizi assai pesanti. La gente ha sintetizzato in una feroce battuta il comportamento di tanti personaggi eletti in questi anni. Sono come le tartarughe: “Se tu mi chiami ti risponderò … ma se mi cerchi tu non mi vedrai”! Arrivati al potere hanno solo diritti; rifiutano di rendere conto ai loro elettori del mandato ricevuto, non si impegnano affatto nella ricerca del bene comune. È davvero uno spettacolo desolante. Speriamo che il processo elettorale in atto, produca qualcosa di nuovo. Ma non ci facciamo molte illusioni.
Uno studioso di politica internazionale, specializzato nell’analisi storica e sociale di alcuni paesi del Sud del Mondo definisce il sistema politico congolese una “Demopazzia”! Esistono attualmente 417 partiti politici ufficialmente registrati. Più di un centinaio sono stati creati alla vigilia delle recenti elezioni solo per soddisfare le ambizioni incontenibili di molti candidati. Pochi sono i partiti che hanno radici popolari; la maggior parte sono creati su basi etniche, familiari e regionali.
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1 Dicembre 2011: a Bondo è già Natale
Al Centro Sanitario Ntongo Etani hanno accorciato il Kalendario.
In piena fase di trasloco dalla vecchia alla nuova struttura, nella sala parto ancora profumata di vernice, prima ancora della inaugurazione officiale della nuova sede appena terminata, due gemelli hanno bruciato le tappe. A pieno diritto SARA e ROBERTO hanno anticipato il Ministro, il Vescovo e l’Ambasciatore firmando con i loro vagiti il Libro d’Oro del nuovo Ospedale diocesano di Bondo.
Sono stati chiamati così per ricordare una coppia di Treviso, lei Sara (Medico) e lui Roberto (Architetto) che per primi hanno messo mano a questo Progetto Sanitario. Due Diocesi, Bondo e Treviso si sono impegnate in partnership. A loro si sono aggiunte la Caritas di Treviso, la Regione Veneta e successivamente, in modo molto efficace, la Cooperazione Italiana.
Noi di “Panespezzato” abbiamo fatto la nostra parte; poi, nella fase finale, è arrivata l’Associazione “Tempos Novos” di Morbegno (S0) che con un dono straordinario ha permesso di superare la fase più critica del progetto.
A dare il tocco luminoso necessario ci ha pensato un volontario valtellinese, certo Valentino Taloni, che per due volte è venuto a Bondo a realizzare l’impianto elettrico a doppia sorgente energetica: un grosso generatore e una batteria di pannelli solari. Non è stata un’impresa facile, ma la tenacia e la fantasia di Valentino hanno superato tutti gli ostacoli. Adesso deve sistemare la casa del Vescovo e il Convento delle Suore Diocesane.
Auguri e a rivederci presto
Se tutto procede come previsto e programmato dai miei Superiori, dopo questo Natale lascerò Bondo per un periodo di Vacanza in Italia. Poi si vedrà. Ci sono già delle proposte concrete per il futuro; ma prima devo liberarmi da una stanchezza profonda che si è installata nella mia non più giovane carcassa.
In questi tre anni di missione a Bondo spero solo di essere riuscito a fare intravvedere un pò dell’Amore del Signore a questi miei fratelli congolesi. Ho cercato di spezzare con loro il “Pane della Parola di Dio” e, nello stesso tempo, (soprattutto per i più poveri e disperati) di trovare modi per guadagnarsi il cibo quotidiano, la medicina urgente, i soldi per la scuola o per l’Ospedale.
A volte, di fronte a tanti casi di sofferenza, mi sono sentito impotente e scoraggiato. Mi sono persino risentito con il Signore, come se il cumulo di dolore fosse responsabilità sua.
La Missione è anche questa fatica di accettare i limiti di un impossibile bene che sembra necessario.
Un famoso giornalista di Epoca degli anni settanta, Ricciardetto, aveva titolato la sua Rubrica con le parole latine: “Quaesivi et non inveni” che in buon italiano significa “Ho cercato e non ho trovato”!
Che intendesse parlare della Verità? O della Giustizia? O della Fraternità umana? Della Pace o magari anche di un suo rapporto personale con Dio?
Mi sono domandato spesso perché tanta gente splendida, intelligente e generosa, impegnata in vari settori della vita sociale, politica o culturale, quando arriva al delicatissimo tema della ricerca di un rapporto personale con il Signore si ferma rapidamente alla battuta: “Ho cercato e non ho trovato”! E vive lunghi anni senza affrontare seriamente una ricerca che potrebbe dare alla loro esistenza un significato più vero e profondo. E la capacità di leggere la propria storia in una luce nuova.
È una domanda che mi accompagna da tempo.
A chiunque si trovasse in una situazione del genere, fraternamente auguro di non andare a dormire nella notte di Natale.
E neppure di lasciarsi coinvolgere in qualche classico “cenone” tra amici spensierati. Ma di uscire fuori città; di salire più in alto possibile, e, nella notte camminare calmo con gli occhi rivolti alle stelle.
Sta scritto: “Il Signore si fa trovare da chi lo cerca con cuore sincero”! … ma soprattutto a chi ha il coraggio di mettersi in cammino!
Come i sapienti dell’Oriente; come i pastori, i poveri, che, in quella notte hanno alzato gli occhi al cielo e hanno seguito la stella. La loro ricerca si è trasformata in un incontro prezioso e in una grande gioia.
È il mio cordiale augurio insieme al grazie sincero per tutti voi, che camminate con “PaneSpezzato”!
BUON NATALE A TUTTI.
Vostro p. Gianni
Topics: Diario di Missione, Lettere Natale | No Comments »