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Santo Natale 2010
By admin | dicembre 14, 2010
PANE SPEZZATO….CONDIVISIONE e RICERCA sulle strade della MISSIONE
Bondo – Natale 2010
Carissimi amici,
Quand’ero ragazzo pensavo all’anno 2000 come ad una data mitica lontanissima. Adesso che siamo già a quota 2010 mi ritrovo a celebrare per la settantesima volta la memoria della nascita di un certo Gesù di Nazareth, che ha segnato la mia vita e mi ha inviato sulle strade del Mondo a raccontare la sua storia.
Dice la Bibbia che “Settanta sono gli anni dell’uomo; ottanta per i più forti…”! Ma spesso il dolore prevale sulla gioia. Ben Sira, il grande saggio si domanda. “Ma cosa è l’Uomo? A cosa serve? Che significa il bene e il male che compie? Il numero dei suoi giorni è grande se raggiunge i cento anni…ma una goccia d’acqua del mare, una grano di sabbia sono questi pochi anni di fronte all’eternità” (Sir.18,5-11).
Per questo il Signore è paziente.
Ha impiegato migliaia d’anni per cercare un dialogo amichevole con l’Umanità…per realizzare il suo progetto di alleanza con tutti i popoli della terra.
Prima con Israele, il popolo prediletto. Poi lungo i secoli e in modi diversi, con ciascun popolo. Ma ha sempre fatto una fatica boia; perché il cuore dell’Uomo ha altri interessi.
Per fortuna Dio non si scoraggia facilmente.
Il Natale di Gesù, per chi sa leggere il senso della Storia, segna proprio il momento culminante di questa ricerca di dialogo e di amicizia con noi: “Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri (di Israele) per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”.
Per chi ha cuore aperto e occhi per vedere, quel Bambino è carico della potenza di Dio e ci manifesta la sua gloria.
“Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.!”
Nel messaggio dell’Angelo ai Pastori c’è tutta la potenza e la carica di Pasqua. In quelle due parole “Cristo e Signore” sono proclamate la vera identità e le grandi opere che il Signore compirà in quel bambino. E’ il Cristo, cioè il Messia, l’Unto del Signore, il Servo sofferente che porterà sulle sue spalle il peccato dell’Umanità e pagherà il prezzo del suo riscatto morendo sulla Croce.
Ed è il Risorto, il vincitore della Morte, costituito Signore al di sopra di ogni principato e autorità.
Questa è la Buona Notizia del Natale e il cuore del Vangelo. Paolo lo proclama con una semplicità disarmante: “Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo”!
Salvo, capisci amico? Cioè vivo per sempre e libero dalla paura della morte che blocca la tua gioia di vivere. Guarito da ferite che da anni ti fanno sanguinare, e da paure che non hanno alcuna ragione di condizionarti. Libero da quelle forme stupide di dipendenze materiali, erotiche, o finanziarie che sciupano il cuore e l’intelligenza dell’uomo. Più forte e libero, se vuoi, da quelle forme di amarezza o di rancore che ti impediscono di perdonare chi ti ha fatto soffrire e di partecipare all’Eucaristia con cuore sereno. Ti impediscono di spezzare il pane tra amici e parenti.
Per tantissimi anni la Chiesa non ha celebrato la nascita di Gesù, bensì soltanto la sua Morte e la sua Risurrezione: la sua Pasqua! E’ dalla Risurrezione di Pasqua che si sprigiona la luce del Natale.
Vi rendete conto amici, quale dono incredibile è offerto, a tutti, e per “pura grazia”?
Vi rendete conto, che razza di messaggio stiamo portando in giro per il Mondo?
Noi, qui nel cuore dell’Africa, non solo la notte di Natale, ma ogni domenica ce la mettiamo tutta a gridare la nostra speranza in quel Bambino-Cristo-Signore … e la gente, pur tra tante contraddizioni, raccoglie questa Buona Notizia. Ma voi, cristiani europei di lungo corso, avrete il coraggio di accogliere l’invito dell’Angelo e di andare ad adorare quel Bambino?
Una Chiesa che cresce.
La nostra Diocesi di Bondo, pur tra tante difficoltà avanza a piccoli passi verso un futuro sempre più positivo.Ogni tanto qualche ordinazione Sacerdotale o addirittura qualche Giubileo di sacerdoti ormai stagionati. In fase di formazione c’è un bel gruppo di studenti di Teologia; da un paio d’anni è stato riaperto anche il Seminario Minore e i candidati non mancano.
Il Vescovo Stefano Ung’Eyowun, giovane, ma assai navigato nella gestione degli affari ecclesiastici, riesce a guidare questa Diocesi vasta e impegnativa anche con l’aiuto di alcuni Sacerdoti che ha chiamato da Diocesi amiche. In un paio d’anni di scelte pastorali ben azzeccate, ha recuperato la fiducia di Roma, che lo ha ringraziato in modo molto concreto, sostenendo e finanziando alcuni progetti locali.
Festa di Cristo Re, ventuno novembre 2010.
Tre giovani donne, tre simboli preziosi dell’Africa che cresce e liberamente sceglie il suo avvenire, si sono consacrate al Signore. Hanno fatto i classici voti di Castità, Povertà e Obbedienza nella Congregazione Diocesana delle Suore di Gesù Educatore.
Una scelta del genere, nel nostro ambiente africano, mostra alle giovani generazioni che è possibile scegliere, nella libertà, strade nuove per affermare la propria dignità di donne.
Io le ho accompagnate per un paio d’anni nel cammino di formazione e so bene quanto può costare loro una scelta del genere. Innanzi tutto una povertà vera in conventi che non hanno più nulla degli antichi comforti di cui fruivano le religiose venute dall’estero: luce, acqua, frigorifero, mezzi di trasporto. Ma in più il peso della gestione di strutture troppo grandi e costose.
Poi, come per tutte le donne africane, tanta fatica e lavoro per guadagnarsi da vivere.
Da anni ormai, i Vescovi africani chiedono alle Istituzioni religiose di impegnarsi seriamente per ridurre la dipendenza dall’estero, sia nel personale sia nelle finanze. Ma sarà un cammino lungo e complesso. Sacerdoti e religiose devono portare spesso il peso di tanti poveri, orfani o persone rifiutate dalla società che si appoggiano alle loro comunità; e in più devono imparare a difendersi dalle pretese di una rete di cugini e nipoti (qui si dicono tutti fratelli) che si aspettano i sostegni più impensabili. Si tratta di una particolare difficoltà tutta africana non facile da superare.
Essere Suore in questa nostra Africa è davvero impegnativo.
Un dettaglio che vi può forse interessare: le nostre Suore di Bondo da alcuni anni hanno creato una Comunità in Italia, a Savione (provincia di Genova), dove si sono guadagnate un’ottima reputazione e una buona dose di simpatia tra la gente.
Dal Lebbrosario all’Università.
E’ un fatto positivo che a Bondo la lebbra sia sparita da tempo.
Ma rimane il ricordo di un Lebbrosario, e soprattutto sono rimaste, assai bene conservate, alcune preziose strutture ai margini della città. L’Associazione belga “Amici di Padre Damiano” a suo tempo aveva affrontato il problema molto seriamente, con medicine, personale preparato e strutture solide e funzionali. I lebbrosi sono stati curati bene e quelli perfettamente guariti, sono rientrati nei loro villaggi; i più gravi sono rimasti al centro sanitario. Un dopo l’altro la morte se li è portati via. E’ rimasta una sola donna, Micheline, che resiste nella sua antica casa in mattoni coperta da zinchi: ancora piena di energia nonostante la sua infermità.
A evitare che l’antico lebbrosario finisse ingoiato dalla foresta, è intervenuta la Diocesi di Bondo che, in sana collaborazione, con l’Università di Buta, ha aperto: un Istituto Superiore di Pedagogia, Campus di Bondo!
Il Responsabile degli affari Accademici è nientemeno che il Vicario generale della Diocesi, Monsignor Migido Wandu, rampollo di una famiglia di Capi Azande, amico personale da oltre vent’anni, che ho accompagnato e sostenuto durante gli studi in Italia.
L’avventura dell’I.S.P. (così si dice in sigla) è iniziata da tre anni e il 28 ottobre scorso quest’anno ha già sfornato una quarantina di laureati nelle varie discipline, dalla Pedagogia alla Storia, dalle lingue Africane all’Agronomia. Ma siamo solo all’inizio e non ci facciamo illusioni.
Si tratta di una realtà ancora molto fragile: numero degli studenti limitato; poche aule; biblioteca seria ancora da costituire, professori difficili da reperire a causa della distanza e dei costi dei trasporti, difficoltà amministrative non da poco.
Ma in africa il proverbio lo dice bene: “Anche le banane crescono piano piano”!
Tony il navigatore.
Dai primi di novembre fratel Tony Piasini è venuto dalla missione di Bambilo a stare con noi. Il suo obiettivo importante è quello di recuperare, via fiume, il materiale necessario per i lavori dei prossimi mesi: per Bambilo costruzione dei ponti e delle scuole; per noi di Bondo l’estensione della casa e il sostegno all’Ospedale “Ntongo Etani”. Deve trovare circa trecento sacchi di cemento, carburante e materiale vario introvabile qui a Bondo e recuperare delle casse arrivate dall’Italia con tanti strumenti di lavoro.
Dalla Capitale, Kinshasa, le casse hanno risalito in battello il grande fiume Congo e sono arrivate fino al porto di Bumba distante oltre 500 kilometri da Bondo Tony ha una squadra formidabile di collaboratori che si è formato durante venti anni di lavoro sulle strade di questa zona. Con loro ha affrontato la sfida del trasporto. Invece di seguire l’unica soluzione stradale, con coraggio e fantasia hanno inventato una soluzione mista, valorizzando la via del fiume Guma: si sono procurati tre motori fuoribordo e quattro grosse piroghe; hanno costruito uno zatterone capace di trasportare varie tonnellate di mercanzia fino a 50 kilometri da Bondo. A partire da questo punto entrano in azione il trattore e le macchine per il tratto finale su strada.
E’ interessante vedere come un ex vaccaro valtellinese si è trasformato in un Capitano di navigazione fluviale, coordinatore di una squadra di uomini che sanno essere, a seconda del caso, scaricatori di porto, autisti spericolati di fuoribordo, meccanici dell’infaticabile Toyota Land Cruiser.
Giubileo dell’Indipendenza
La Repubblica Democratica del Congo (R.D.C.) questo è il nome ufficiale del nostro grande Paese (per distinguerlo dall’altro Congo, al di là del fiume, con capitale Brazzaville), ha compiuto quest’anno cinquant’anni di indipendenza.
Dal 1960 si è incamminato sulla strada dell’Autonomia politica, amministrativa ed economica, attraverso una lunga e drammatica fase di assestamento. Qualcuno della nostra generazione ricorderà la sanguinosa rivoluzione dei Simba, con tante vittime fra la popolazione locale e i missionari stranieri, e il triste massacro dei piloti italiani a Kindu.
Il 30 giugno scorso, data storica del passaggio del potere ai congolesi, Kinshasa ha accolto decine e decine di Capi di Stato, Africani ed Europei, in un’atmosfera di euforia e il Presidente Joseph Kabila è riuscito a dare l’impressione che il Congo si sia messo sulla strada buona. Ma la realtà è un po’ più complessa.
Gli esperti che hanno analizzato il consuntivo di questi cinquant’anni si sono divisi in due gruppi. Da una parte i pessimisti che avrebbero voluto una pubblica ammissione di fallimento: “Non si celebra un insuccesso…uno sfaldamento politico, sociale ed economico”!
Dall’altra gli ottimisti che hanno preferito e ottenuto di celebrare l’avvenimento affermando che cinquant’anni sono un tempo breve per valutare lo sviluppo di una Nazione e bisognava pure sottolineare i progressi realizzati e indicare gli obiettivi da realizzare negli anni a venire.
E’ vero che per troppi anni, sotto la dittatura di MOBUTU, il caos, l’anarchia, l’improvvisazione, l’insicurezza e i saccheggi, soprattutto nel 1991 e nel 1993, hanno praticamente distrutto le infrastrutture essenziali del Paese, causato il fallimento delle imprese pubbliche, bruciato capitali finanziari enormi e rovinato intere generazioni di risorse umane. Ma anche con la democrazia di Joseph Kabila, al potere dal 2006, la crisi invece di risolversi si è, per alcuni aspetti, aggravata: agricoltura in ginocchio, investimenti a zero, strutture Educative e Universitarie nate senza le condizioni essenziali, fuori da ogni norma legale, accademica e pedagogica. I salari degli insegnanti e dei funzionari dello Stato restano paurosamente inadeguati; quando addirittura non spariscono letteralmente dalle liste ufficiali.
Mentre il paese naviga a vista, i politici stanno affilando le armi per le prossime elezioni del 2011! Ci sarà da rinnovare il parlamento e scegliere il Presidente. Ma qualcuno dice che i giochi sono già fatti, perché Kabila, oltre a potenti sostegni internazionali, si è creato un’aurea di pacificatore nazionale. E il Paese vuole voltare le spalle al passato. Vuole soprattutto Pace.
Auguri e proposte.
A voi le mille luci delle città. A noi lo splendore delle stelle del cielo africano.
A voi la gioia di una festa che sarà veramente bella e carica di tanta serenità se arricchita dall’incontro con il Signore. Non perdete questo incontro prezioso che ogni anno la vita vi offre. Non scappate verso lontani “paradisi” che vi rubano l’occasione di stare con chi veramente vi ama a porta con voi il peso della vita quotidiana. Date un calcio coraggioso a tutte le situazioni negative e alle storie che potrebbero impedirvi di accogliere “quel bambino Nato per noi…e sempre in cerca di una casa dove si senta amato…”!
Scambiatevi doni intelligenti. Pensati con amore.
E non dimenticatevi di noi. Due grossi impegni ci stanno a cuore:
Primo: la costruzione una “estensione” della nostra casa: quattro stanze e un salone che ci permettano di accogliere i confratelli ed eventuali ospiti.
Secondo: il sostegno all’Ospedale della Diocesi “Ntongo Etani”. La struttura muraria, con porte e finestre è terminata. Ma adesso viene la seconda fase, delicata e impegnativa: dell’impianto dell’acqua e della luce, dei servizi sanitari, delle cucine (esterne), dell’arredamento e delle attrezzature sanitarie. Una sfida enorme per la Diocesi di Bondo sostenuta dalla Diocesi di Treviso. Sia il Governo centrale di Berlusconi sia quello della Regione Veneta avevano promesso un sostegno adeguato. Ma dopo un avvio positivo si sono dileguati. Qui ci vorrebbe un amico che ha il coraggio di lasciare un segno “bello e grosso” in questo angolo sperduto della foresta africana…O, meglio ancora, un gruppo di “Re Magi” venuti dal Nord…che seguendo la stessa di Natale hanno il coraggio di mettersi in cammino. Non troveranno solo un “Bambino con sua Madre”; ma un “popolo” che ha bisogno di credere che veramente, anche per loro, “è nato un Salvatore”.
Ciao a tutti. Buon Natale e Buon Anno.
Vostro P. Gianni
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Per sostenere l’attività missionaria di P. Gianni e della sua Comunità, la via più semplice è:
– Per gli amici della Provincia di Sondrio “Pane Spezzato” dispone dei seguenti conti correnti:
Credito Valtellinese: conto n. 2828 – Banca Popolare di Sondrio: conto n. 4800
– Per il resto d’Italia e per coloro che volessero usufruire dello Sconto Fiscale:
C.C.P. 28.39.43.77 intestato a: Missionari Comboniani – Mondo Aperto – Onlus
Vicolo Pozzo, 1 – 37129 – Verona. Motivo: progetti solidarietà di P. Gianni Nobili
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