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Don Giuseppe Acqustapace

By admin | gennaio 1, 2008

Don Giuseppe Acquistapace

Sacerdote della Diocesi di Como. Fonda la parrocchia di Mossini-S.Anna (So) nel 1965, in un contesto sociale assai difficile, nonostante una povertà di mezzi materiali assoluta. P. Gianni, appena ordinato Sacerdote, sta iniziando il suo cammino Missionario. Fin dalla sua prima partenza per il Canada (luglio 1966), Don Giuseppe coinvolge l’intera Parrocchia in un sostegno fraterno e concreto nei confronti del Missionario. Con il passare degli anni e la crescita degli impegni all’estero: Burundi, Stati Uniti, Italia, Zaire, Kenya, il rapporto con Padre Gianni si arricchisce di esperienze sempre più forti; ogni partenza ed ogni ritorno dalla Missione diventano momenti di intensa emozione nella comunità. Le lettere che arrivano dall’Africa permettono a Don Giuseppe di promuovere una grande solidarietà non solo nei confronti di P. Gianni, ma anche di tanti altri Missionari che vengono in contatto con la Parrocchia. Nel suo entusiasmo Don Giuseppe riesce a trascinare in Burundi il papà Aldo Nobili, facilitando così la sua trasformazione da oppositore timoroso della vocazione di suo figlio, a diretto collaboratore nella sua Missione. Per la sua parrocchia, Don Giuseppe è stato una guida forte, lungimirante e tenace. Pronto ad offrire a tutti, senza distinzione, i suoi servizi più umili e la sua esperienza umana e professionale svariatissima. Per trent’anni ha consumato la sua vita e le sue straordinarie energie umane a servizio della gente da autentico missionario.

Lettere associate:

Isiro (Zaire), Maggio 1983 (padre Gianni scrive a don Giuseppe)

Kenya, Natale 1992 (padre Gianni scrive a don Giuseppe)

Kenya, Natale 1993 (padre Gianni scrive a don Giuseppe)
* don Giuseppe telefona a padre Gianni

Sondrio + Kenya, settembre 1992 – don Giuseppe introduce una lettera di Padre Gianni:

Don Giuseppe Acquistapace
Parrocchia di Mossini-S.Anna
23100 – Sondrio

Sondrio, settembre 1992
Carissimi,
a tutti gli amici che collaborano per la Missione di P. Gianni, una lettera diversa dopo tanto tempo di silenzio. Una lettera che ha lo scopo di dare informazioni sulla bella e coraggiosa Missione di Korogocho e, nello stesso tempo un resoconto dell’aiuto che è stato inviato a P. Gianni.
Nell’ultimo colloquio telefonico con la base della Missione dove P. Gianni momentaneamente risiede per sostituire un altro missionario ammalato (Kariobangi), ebbi modo di avere notizie sui passi fatti in mezzo alla gente della baraccopoli.
La formazione di una cooperativa con coloro che cercano gli stracci nella discarica della città.
L’ardita opera di ricupero dei rifiuti costruendo oggetti da mettere sul mercato; l’importante coordinamento delle scuole elementari informali (gestite dalla gente e dalla Parrocchia): mille bambini e bambine alla scuola, cinquecento all’asilo,un centinaio di ragazze al taglio e cucito, una cinquantina all’artigianato.
Un grande passo avanti se si pensa che tutto viaggia senza strutture.
Riporto tale e quale uno stralcio dell’ultima lettera personale, così ognuno può rendersi conto dello spirito che anima tutto il prezioso lavoro in mezzo ai poveri.
Don Giuseppe


[…] … il nostro lavoro  permette di intervenire in modo intelligente e articolato nei vari settori senza forzare i tempi e senza creare dipendenza da noi.
Molto importante questo! E’ il modo di aiutare che è importante.
La gente ha la potenzialità di autogestirsi. E’ educata e sensibile. Ha subito l’amarezza della colonia, ha gioito per l’Indipendenza; ha subito il potere dittatoriale per tanti anni. Sa resistere e lottare e sa riconoscere chi veramente vuole aiutarla.
Noi ci siamo inseriti nella baraccopoli di Korogocho in modo fraterno e semplice. A guardare dall’esterno, qualcuno potrebbe scuotere la testa e dire: “a che serve?”. Guardando invece dall’interno, dal cuore della Missione, ci pare di essere privilegiati e (modestia a parte) veramente di aver fatto un passo “avanti” rispetto al modo tradizionale di fare missione.

Ora ti ripeto, tutto quello che siamo per ora è dono e grazia di Dio!
Essere qui a Korogocho è un privilegio che mi è capitato e di cui ringrazierò il Signore per sempre. E’ come una seconda vita Missionaria; evoluzione logica di quanto ho fatto per 25 anni. Non rinnego il passato: Anzi! però benedico il presente e spero di esserne degno.
Ti chiedo di ricordarmi al Signore come sai fare tu,da amico e da fratello.Con te ho vissuto sempre in cordiale sintonia e mi è stato offerto adesso il dono della stessa cordialità con Alex.
Che bello fare i preti da “fratelli” uniti, pure nella diversità, attenti a cercare insieme la strada migliore per arrivare al cuore della gente!
Ti domanderai perché non sono così pronto e tempestivo a scrivere la lettera SHALOM.
Si tratta di un senso di rispetto per quello che sto vivendo. E’ cosi intenso e diverso dal passato che ho paura di tradirlo nel descriverlo. Non voglio esagerare; ma quello che stiamo vivendo è davvero straordinario.
Ci pregherò sopra un po’ di più e poi vi raggiungerò al più presto con la lettera.
Intanto sappi che alle 21,00 (ore italiane) fino alle vostre 22,30 (qui siamo vicini a mezzanotte) io e Alex siamo nella cappellina in adorazione dell’eucaristia; è il modo migliore per concludere la nostra giornata e portare davanti al Signore tutta la nostra baraccopoli, la nostra gente con i suoi drammi e le sue speranze.
E anche tutti voi, che rendete preziosa la nostra presenza qui a Korogocho
Stiamo uniti sul sentiero del vangelo!
Ciao e forza! Un abbraccio.
P. Gianni

* Sondrio + Kenya, Santo Natale 1992 – don Giuseppe telefona a Padre Gianni:

Don Giuseppe Acquistapace
Parrocchia di Mossini-S.Anna
23100 – Sondrio

 Mossini, Santo Natale 1993

LA VOCE DAL KENIA ATTRAVERSO IL CIELO
Le cose belle si diffondono spontaneamente – così dice una buona filosofìa

Sono contento di partecipare la gioia di tutta la comunità nella Messa di mezzanotte del Natale scorso. Da un mese circa, m’era venuto in mente di studiare un sistema per collegarmi con Padre Gianni durante la liturgia del Natale.

Favoriti dal fuso orario, (in Kenya sono due ore avanti), pensai che sarebbe stato possibile: e allora interpellai subito ai primi di dicembre, padre Gianni che condivise l’idea in pieno e fece salti di gioia. Subito mi procurai dai tecnici SIP l’occorrente per amplificare la voce in modo che tutti i presenti potessero sentire perfettamente.
In pochi giorni tutto è pronto. Si procede per le prime prove, tutto OK! e quindi l’attesa ansiosa della mezzanotte di Natale.
L’Italcable, il centro di comunicazioni intercontinentali, con un po’ di pressione e di diplomazia, ha accettato di prenotare la telefonata con il Kenia, missione di Kariobangi, alla mezzanotte e un quarto.
Siamo stati fortunati (assistiti dallo Spirito, o dagli Angeli) al momento esatto, terminata la lettura del vangelo di Natale, è squillato il telefono. La comunicazione immediata con padre Gianni, quattro parole di saluto, uno spontaneo battimani e poi tutti in ascolto della parola che giungeva da ottomila chilometri di distanza, chiara e commovente. Dal testo scritto che  giunge a tutti voi potete valutare il contenuto della testimonianza diretta che un uomo ci dona in nome del Signore.
Dopo l’augurio cantato dal coro in inglese e l’esplosione di tutti i presenti con un battimani, che diventò, al momento, un linguaggio di augurio sentito e cordiale, si è chiuso il collegamento.
Penso di poter affermare con estrema sicurezza che tutti noi abbiamo vissuto un momento di intensa amicizia che non si può dimenticare. Penso pure di fare cosa gradita, nel comunicarvi la nostra gioia per una novità unica e ripetibile.  

Don Giuseppe

*      *      *
Carissimi,
sento la vostra presenza, vi vedo tutti. Che bello! Che splendido dono potersi parlare così, cavalcando nel cielo in compagnia degli Angeli! La fantasia del Don ci fa collegare il mondo con Mossini e S. Anna per aiutarci a vivere il Natale così intensamente! Vedete, per voi in Italia il Natale è neve e freddo; per noi è sole e natura splendida: cresce il mais e crescono i fiori nei prati; per noi è una festa della vita.
Per voi il Natale è evasione e  sport; per noi, purtroppo, è lavoro quotidiano e fatica e lotta per sopravvivere.
Per voi sono doni e regali; per noi è già molto avere un piatto di riso o di carne, qualche frutto in più; per voi è libertà e gioia, sono viaggi e cultura, per noi la vita è ancora difficile.
Il Kenya fa fatica a crescere come Paese libero, la democrazia soffre, l’oppressione del Dittatore è ancora grande, l’economia è in crisi, il divario fra ricchi e poveri – le due tribù – come le chiamano i vescovi – è sempre maggiore.
Ecco, io ho già celebrato il Natale questa sera nella mia Città della Gioia, (Mji wa Furaha) con un piccolo gruppo di giovani. Domani celebrerò ancora il Natale con una mamma ammalata di Aids, che ha 5 bambini. E’ venuta ieri e mi ha detto: “Padre, pensa ai miei bambini”! Allora le ho detto: “Vieni con me e faremo Natale insieme”!
Del Natale vorrei sottolineare tre parole:
OGGI….. un Salvatore per voi OGGI! il Signore è venuto per te, OGGI!  Non perdere l’occasione, accoglilo adesso, lasciati voler bene OGGI, lasciati amare, lasciati perdonare, OGGI non aver paura;  poiché sei già arrivato fino in Chiesa, non lasciare il lavoro a metà, lasciati rinnovare OGGI: troverai davvero la pace del Natale, una pace unica, un Salvatore.
SALVEZZA è accogliere il suo invito a seguirlo, a vivere il suo Vangelo seriamente.
SALVEZZA è camminare con Lui e seguire Lui, il Signore, da vicino, da amico. Se vai da solo non vai da nessuna parte: da solo sei perso, non fidarti di te e non fidarti di quelli che si vogliono fare guide senza averne l’autorità: ti ingannano, segui Lui, con i fratelli. La vita con il Signore si ottiene camminando con Lui, fianco a fianco!
PER VOI! Un Salvatore per VOI! L’Angelo parlava a dei pastori. Non pensate che i pastori fossero bravi, fossero devoti fedeli: erano una razza di gente molto dura, molto difficile, emarginata, mezzo briganti. E’ a loro, a loro gente abituata a stare fuori dalla comunità che l’invito per primo è stato rivolto; non ai preti, non alle suore, non alla gente di chiesa, ma a coloro che hanno più difficoltà e problemi con la Chiesa. Quindi, se il Signore ha una preferenza, ce l’ha con te che fai fatica a stare con la Chiesa. Fai il primo passo, vai a vedere questo Bambino, vai a conoscerlo; è venuto per te, non stare fuori guardare, non stare fuori al freddo, vieni alla Casa del Signore, accanto a Lui farai davvero il Natale.

Ecco dal cuore dell’Africa, immerso in questa gente che lotta ogni giorno per sopravvivere, il mio augurio di Natale per voi: “Accogliete il Signore, lasciatevi mettere in crisi da Lui, liberatevi da tutto quello che vi impedisce di volergli bene e non scoraggiatevi perché anche Lui, il Signore, non scoraggia. Quando tornate casa, fate come stiamo facendo noi: costruite ponti, costruite contatti, uscite dalla paura, dall’isolamento, dall’egoismo. Questo è Natale: costruire amicizia come ha fatto il Signore con noi”!
Ciao, Buon Natale!
P. Gianni

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